Anche Fabrizio Ungredda fa il botto..

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goofy3

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Buon giorno Posada, oggi è solo un  “FU”…  Questo post è brevissimo; parla da solo. Un GRAZIE “di culo” va al corrispondente locale, ovvio, per aver “giornalisticamente” parlando, contribuito all’immagine di Posada in Italia: e non solo
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Ecco cosa si dice in giro pe’ lo stivale… buona lettura 

risata1

Posada fa “il botto” spiagge e b&b pieni di villeggianti

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Furto in Sardegna. L’Unione Sarda: “stile napoletano”

Posted on 4 luglio 2013 by

Furto con destrezza a Posada, nel Nuorese. Portati via tutti i pezzi della vettura di un centuaro locale, smontata mentre questi era altrove. Per L’Unione Sarda, il blitz dei ladri è “in pieno stile napoletano”.

Si invita alla protesta scrivendo al seguente indirizzo: unione@unionesarda.it

unione_sarda

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9 pensieri su “Furto in Sardegna. L’Unione Sarda: “stile napoletano””

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Auto? Pensavo che in Sardegna andassero in giro a cavallo alle pecore???
Luogo comune per luogo comune…

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FATTO !! Ciao e grazie Angelo Qua devono partire querele altrimenti non la finiremo mai

Luca

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Il giorno 04/lug/2013 14:23, “il blog di Angelo Forgione – V.A.N.T.O.” ha scritto: > > angeloxg1 posted: “Furto con destrezza a Posada, nel Nuorese. Portati via tutti i pezzi della vettura di un centuaro locale, smontata mentre questi era altrove. Per L’Unione Sarda il blitz dei ladri � “in pieno stile napoletano”. Si invita alla protesta scrivendo al seguen” >

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VERGOGNATEVI. Ho sempre ritenuto che un furto fosse tale ad ogni latitudine. Invece apprendo oggi che esiste uno stile napoletano che sarebbe diverso da quello che si usa dalle vostre parti. Del resto anche i sequestri di persona caratterizzano quelli che accadono da voi. Non avrei mai pensato che gente di cultura come voi giornalisti avrebbe scritto sta strunzata.CHIEDETE SCUSA. Il giorno 04/lug/2013 15:10, “Lorenzo Attolico” ha scritto:

> > Il giorno 04/lug/2013 14:23, “il blog di Angelo Forgione – V.A.N.T.O.” comment-reply@wordpress.com> ha scritto: > > > > angeloxg1 posted: “Furto con destrezza a Posada, nel Nuorese. Portati > via tutti i pezzi della vettura di un centuaro locale, smontata mentre > questi era altrove. Per L’Unione Sarda il blitz dei ladri � “in pieno stile > napoletano”. Si invita alla protesta scrivendo al seguen” > >

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Se non lo avete mai fatto, mi permetto di suggerirvi l’ascolto di “Se io fossi San Gennaro”, una stupenda canzone di Federico Salvatore nella quale, tra le altre cose, l’autore denuncia lo sfruttamento di Napoli da parte di attori, artisti, cantanti napoletani e non.
Tale ignobile sfruttamento è stato perpetrato anche da Curzio Malaparte e, successivamente dalla regista Liliana Cavani, a mezzo del libro e successivo film “La Pelle”.

Tratto da Wikipedia, posto brevemente la trama del film:

Napoli, 1944, seconda guerra mondiale. Tra miseria e macerie di una città appena liberata, Curzio Malaparte, capitano del Corpo Italiano di Liberazione, quel che resta del Regio Esercito, media tra gli Alleati e la popolazione di Napoli, dove tutto accade nonostante la vita continui.
Prigionieri tedeschi venduti a peso, un carrarmato americano smontato in pieno centro da abili scugnizzi, quartieri dichiarati Off Limits ai soldati alleati, bambini dati dalle loro madri indigenti ai soldati nordafricani per essere posseduti, e tante altre scene di ordinaria follia bellica, la cui apoteosi sta nella tragica eruzione del Vesuvio.
Il film termina con lo stupro di una fanatica pilota americana da parte dei suoi commilitoni e la scena di un romano festante travolto da un carrarmato alleato sulla via Appia. Un banale incidente per i militari, il segno di una tremenda sconfitta per il protagonista.

Credo che lo scivolone della Unione Sarda derivi dalla memoria della scena del carro armato americano completamente smontato, in pochi minuti, dagli scugnizzi napoletani.

Tratto da MyMovie, posto anche una significativa critica al film da parte di Gian Luigi Rondi Il Tempo:

La pelle di Liliana Cavani è tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte. Cominciamo da quello. A rileggerlo oggi, vale ancora, e forse anche di più, il parere negativo con cui Emilio Cecchi bollò tutto Malaparte quando lo definì un “fabbricante di bolle di sapone terroristiche”. Malaparte lo pubblicò nel ‘49 per raccontare a modo suo come aveva partecipato alla liberazione di Napoli e di Roma insieme alla Vª Armata del generale Clark. Il tema era l’orrore dei vinti e gli abusi dei vincitori, rappresentato in una Napoli che, a differenza di quello che più o meno negli stessi anni ci aveva raccontato con estrema oggettività il nostro Neorealismo cinematografico, era stata popolata di tutto un ciarpame di fatti e di misfatti, alcuni veri, altri per la maggior parte inventati di sana pianta, con uno stile che era solo un pot–pourri di ispirazioni delle più disparate, dal dannunzianesimo all’espressionismo, dal barocco al surrealismo, con molte cadute nel romanzo d’appendice e con una sola, ben evidente intenzione, quella di mostrare che tutti (o quasi) gli americani erano stupidi, che gli italiani (soprattutto i napoletani) erano ignobili e che l’unico bravo, onesto, intelligente, raffinato era lui, Malaparte, ascoltato dai generali americani cui faceva lezione di buone maniere e di storia italiana, amato dalle principesse napoletane che seduceva con uno sguardo, rispettato imparzialmente da amici e da nemici perché tutti lo sapevano sempre nel giusto, dato che, come si diceva di Mussolini “aveva sempre ragione”. »

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E’ tutto assolutamente vero quello che viene detto su Curzio Malaparte, eppure come non percepire lo stupore, l’emozione, la sorpresa che questo cinico e disincantato apolide esprime nel descrivere la trimillenaria cultura di Napoli e l’esplosiva natura che gli sta intorno?

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stile napoletano ……sardi andate a fare in culo perchè i furti hanno stile?

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puo essere che essendo il caldo i pezzi dell auto si sono andati a fare un bagno? walter concordo con la tua tesi grazie non la sapevo certo che offendere gli altri e diventato uno stile specialmente quando ce la complicita di uno stato che offende ogni giorno con la sua diffidenza e indifferenza un popolo che ha tanto da guadagnarci e poco da perdere …… vado a complimentare il giornalista

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non sei un giornalista serio ,non si generalizza mai,se sai per certo che sono stati dei napoletani dovevi scrivere “furto effettuato da 1,2,3,….napoletani”.stranamente io conosco tra napoli e provincia 16 .17 mila napoletani e ognuno ha uno stile ma nessuno ruba e sinceramente non riesco a capire come si puo’ tenere in azienda RAZZISTI

Il GRAZIE è da parte nostra
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MACOMECAZZOVELODEVODIRE ??? :evil:

CHIUDETE ILCONTO IN BANCA..SVEGLIAMOCI !!! COSA CI HA MAI FATTO CREDERE CHEDELLA CARTA SIA COSI PREZIOSA?? 

KEEPONTRUCKINGENTE